Messaggioda artebrixia » ven 12 dic 2014, 14:05
Roberto Brunelli apparse in un forum di arte contemporanea già nel luglio del 2006.
Compresi immediatamente si trattasse di un collezionista
di quelli che intendo io
di quelli veri, puri, disincantati dalle regole del mercato
di quelli sempre più rari.
Nel luglio dell’anno seguente pubblicò una semplice tabella con un elenco di Artisti, tutti italiani che coprono il decennio 1990 – 2000.
Imperterrito e costante, difensore assoluto delle proprie conoscenze da autentico collezionista, sono ormai quasi otto anni che coinvolge l’interesse dei tanti partecipanti al Forum, fino a quando è nata l’idea di realizzare una memoria, raccolta in questo libro.
Perché di memoria si tratta, una narrazione del percorso collezionistico del Brunelli, con gli occhi ed il cuore di un vero appassionato di arte, di quella con la A maiuscola.
Perché oggi più che mai, in labile carenza di ossigeno culturale, l’arte deve colpire sentimenti e cervello insieme, del resto dovrebbe ancora assumere un ruolo tanto incisivo nella odierna società, almeno lo spero.
Perché l' arte possa gettare una luce decisiva sul senso di una crisi che viene detta economica ma che è in realtà è anche morale ed intellettuale.
In una società ove leggo sempre più spesso parole e parole spese a fiumi da critici, curatori, analisti dell’economia dell’arte, quale fosse divenuta una scienza applicata alla finanza.
Lo scopo del critico contemporaneo non è più individuare il valore, ma giustificarlo oltre ogni evidenza.
E l'arte dov'è ?
Dov’è rimasta?
tutta dentro un orinatoio
ma non in quello di Duchamp, ahimè…
E dire che bruno Munari affermò:
“il più grande ostacolo alla comprensione di un’opera d’arte è quello di voler capire”
Uno smacco ai critici ed ad ai curatori di eventi in cui l’arte non è la protagonista, bensì il miraggio di una speculazione?
E ben venga!
Un collezionista si nutre dell’essenza, della ricerca, della passione ed è pertanto razionalmente più vicino al sentire dell’Artista.
Ringrazio Roberto Brunelli, per aver dato modo di rivisitare in chiave culturale e artistica buona parte dell’operato dei pittori italiani “anni novanta”, con un approccio limpido e cristallino, approccio che apre le porte ad un risveglio culturale....
ben sapendo che la lettura di questo libro potrà destare scandalo presso i conformisti delle provocazioni vestite da arte e gli arricchiti della cultura internazionale, ma del resto prima o poi qualcuno doveva alzare la voce e prendere le distanze da un sistema il cui cervello è sviato da falsi e ipocriti valori, che hanno fatto la fortuna di astuti mercanti e di abili confezionatori di vuoto.
Alessandro Celli